16 Marzo 2022

Il sistema inerziale

Tutto cambiò in quel gennaio del 1969 perché i nuovi fucili semiautomatici Benelli, rompendo tutti gli schemi e le tradizioni, funzionavano con un innovativo sistema inerziale, diverso da quanto si era visto fino ad allora.

Sistema inerziale Benelli

Ogni corpo, per il solo fatto di esistere e di essere formato di materia, è soggetto a tale legge.

Il sistema inerziale investe tutto ciò che ci circonda

Dagli antichi filosofi greci alla rivoluzione copernicana e scientifica, la descrizione dell’inerzia compare spesso nelle innumerevoli interrogazioni che l’uomo si è fatto sul mondo, sull’universo e sulle leggi che lo governano.

La descrizione astronomica e l’uso delle armi da fuoco a massa inerziale sono stati, parimenti, occasione e motore che hanno spinto gli scienziati a elaborare una teoria che spiegasse il moto dei corpi nello spazio. Uno sguardo alle stelle, uno alla terra.

E proprio descrivendo il moto di un proiettile, Galileo scrive una prima formulazione dell’inerzia. Sarà poi Newton, poco più di cinquant’anni dopo, a completarne l’opera, enunciando il primo principio della dinamica per cui «ogni corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto uniforme e rettilineo se qualche forza ad esso applicata non lo costringe a mutarlo».

Però, liberando la visione da un’ottica puramente scientifica, è il pensiero di Democrito a suscitare una curiosa analogia col presente, quasi fosse espressione di un ironico sguardo che il destino ha rivolto al futuro. Secondo il filosofo infatti, infiniti atomi si muovono di moto rettilineo uniforme nello spazio sconfinato e, urtandosi, generano veri e propri mondi.

Curioso appunto e in grado di suscitare un sorriso sul volto dell’uomo contemporaneo. Ma non è forse quanto successo sul finire degli anni ‘60, quando un inventore bolognese, armato di passione e intuizione, si presentò dai fratelli Benelli con un’idea, che di lì a poco avrebbe dato vita a una vera rivoluzione? Così, dal principio dell’inerzia è nato un mondo: il mondo Benelli.

Il sistema inerziale: l’incontro in cui tutto ebbe inizio

Prima dell’ingresso in scena della Benelli, il mercato mondiale dei fucili semiautomatici da caccia a canna liscia offriva sostanzialmente armi funzionanti con due soli tipi di organizzazione: meccanica a lungo rinculo di canna e quella, di più recente introduzione, meccanica a sottrazione di gas.

Tutto, ma proprio tutto, cambiò nel mese di gennaio del 1969, quando la Benelli Divisione Armi di Urbino consegnò una prima serie pilota di 150 pezzi del suo nuovo fucile semiautomatico calibro 12 a massa inerziale.

All’inizio degli anni ‘60 del secolo scorso pensava invece a ben altro un meccanico bolognese.

Bruno Civolani fu l’inventore di un fucile a funzionamento inerziale con caratteristiche tali da superare il semplice stadio della curiosità tecnica per diventare un vero e proprio caposaldo della produzione armiera.

Civolani offrì la propria invenzione ai più affermati produttori dell’epoca, i fratelli Benelli credettero nel progetto. Industriali delle motociclette, avevano però un occhio da sempre rivolto ai fucili da caccia, nonché l’abilità di guardare al futuro con acuta lungimiranza.

La voglia di produrre un fucile semiautomatico Benelli rimaneva e, finalmente, prese forma proprio grazie all’incontro con Civolani.

Il sistema inerziale: moto e quiete, questione di meccanica

La storia di Benelli si può leggere come metafora stessa del principio dell’inerzia, un’appassionante avventura industriale che nasce da un’intuizione e si muove sempre avanti in una linea idealmente tesa all’infinito.

Ma prima di addentrarsi nelle tappe principali dello sviluppo, è opportuno porsi alcune domande.

Come funziona il sistema inerziale Benelli? Quali sono le caratteristiche del modello primigenio da cui tutto è iniziato?

In questo fucile semiautomatico la canna è avvitata in una scatola di culatta cilindrica d’acciaio (nota comunemente come “manicotto”) che alloggia sopra a una carcassa recante i meccanismi di scatto, percussione e alimentazione.

L’otturatore è composto di tre pezzi principali: la testina e il corpo, quest’ultimo posto dietro alla prima, nonché una molla a spirale molto rigida che s’interpone tra la testina e il corpo dell’otturatore. Alla testina s’impernia un puntalino di chiusura che va in appoggio sul lato inferiore della scatola di culatta, garantendo la stabilità del vincolo.

Al momento dello sparo, la pressione esercitata dal fondello del bossolo contro la testina dell’otturatore – solidamente vincolata dal puntalino – provoca il rinculo del fucile; si deve tuttavia notare che il corpo dell’otturatore, con massa di oltre cinque volte quella della testina, tenderebbe per inerzia a rimanere dov’è ma, se confrontato al fucile come sistema di riferimento, si nota che in realtà tende ad avanzare, comprimendo la molla interposta fra il corpo dell’otturatore e la sua testina.

La successiva distensione di questa molla provoca l’arretramento del corpo dell’otturatore; in questa fase, dopo circa due millimetri di corsa retrograda, il corpo dell’otturatore solleva per mezzo di due piani inclinati il puntalino, che in questo modo svincola la testina dell’otturatore.

Ha così luogo l’apertura dell’otturatore: nel corso del suo moto retrogrado, il corpo trascina all’indietro la testina, che può così estrarre dalla camera il bossolo sparato quando la pressione all’interno della canna è ormai scesa a livelli minimi.

Appare evidente come il progetto di Civolani non fosse il semplice esercizio d’ingegno di uno sconosciuto appassionato, ma avesse tutti i presupposti per realizzare un fucile semiautomatico dalle grandi prestazioni.

Scegliere il sistema inerziale fu dunque, per la Benelli, non solo un esempio di lungimiranza, ma un atto di coraggio, poiché si trattava di esplorare, dal punto di vista industriale, un terreno ancora sconosciuto e trasformarlo in un prodotto di successo.

Infatti, l’inerziale richiede una progettazione particolarmente attenta, una scelta dei materiali rigorosa e una lavorazione industriale assolutamente di prim’ordine, che non può tollerare approssimazioni di sorta.

Il sistema inerziale nei fucili semiautomatici

Il sistema inerziale Benelli presenta un’indubbia serie di vantaggi. Una meccanica semplice, funzionale ed estremamente affidabile.

Pochi componenti significa che tutto ciò che non c’è non pesa, non si rompe, non crea depositi contribuendo a mantenere il fucile più pulito e necessitando di minima manutenzione.

L’assenza di ingombri funzionali sotto l’astina, che risulta più filante e definisce lo stile che ha reso i fucili semiautomatici Benelli assolutamente inconfondibili.

Benelli è leader nel settore dei semiautomatici e offre al mercato la più ampia gamma al mondo di fucili semiauto in calibro 12, calibro 20 e calibro 28. Inoltre, sono molte le versioni disponibili per tiratori mancini in cui si trovano a sinistra la manetta di armamento e la sicura, così come l’espulsione del bossolo.

Negli anni l’evoluzione di queste armi sia per la caccia che per il tiro non si è mai fermata, ma al contrario si è sviluppata per venire incontro e anticipare le esigenze dei cacciatori e dei tiratori di tutto il mondo.


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